
Le aziende che adottano un sistema di gestione del rischio aumentano redditività, solidità, valore percepito e migliorano l’accesso ai finanziamenti. Leggi perché
“Gestire i rischi? Ma se già le polizze sono una spesa inutile!”
Se hai mai fatto un pensiero simile, sei in ottima compagnia. Molti piccoli imprenditori – presi dalla gestione aziendale quotidiana – la pensano così.
E non hanno tutti i torti: la parola assicurazioni sa di preventivi tutti uguali, agenti che “battono cassa” una volta l’anno e contratti scritti in burocratese.
Sempre che tu non abbia la sensazione di pagare premi senza capire bene cosa, come e chi stai proteggendo.
Fai un passo indietro:
Le imprese che adottano un sistema per la gestione dei rischi hanno, in media, un ROI superiore del 30% rispetto a quelle che non lo fanno.
A dirlo non è uno spot pubblicitario, ma la quinta edizione dell’Osservatorio Cineas – Mediobanca, che ha passato al setaccio 272 aziende italiane in vari settori produttivi con un fatturato medio superiore ai 60 milioni di euro.
Solo il 25,3% di queste si è dotata di un sistema integrato per gestire i rischi.
E, guarda caso, sono proprio queste le imprese che vanno meglio.
Il messaggio è semplice: la gestione del rischio non è un altro problema da aggiungere alla lista o una complicazione per multinazionali con 150 sedi nel mondo.
È l’esatto contrario: la gestione del rischio è una leva per far crescere il valore dell’azienda.
Se affrontato con metodo, il rischio è quindi un acceleratore di valore, non solo un pericolo reale di cui non curarsi.
Continua a leggere e capirai – con dati concreti e parole semplici – perché le imprese che affrontano i rischi in modo strutturato hanno risultati economici migliori.
Indice dei contenuti
- Cos’è un “rischio” aziendale?
1.1 Perdita di un “key man”
1.2 Catastrofi naturali
1.3 Polizze “zoppe”
1.4 Responsabilità civile non coperta - Rischi ben gestiti = decisioni migliori. Meno sorprese = più valore
- Rischio non significa coperture assicurative
- Dal rischio come costo, al rischio come leva per la crescita
- Casi reali: quando ignorare i rischi ha un prezzo alto
- Diagnosi dei Rischi: comincia oggi ad aumentare il valore della tua azienda
1. Cos’è un “rischio” aziendale?
Il “rischio aziendale” può sembrare un concetto astratto, ma si tratta di situazioni molto concrete.
Detto pane e salame,
un rischio è qualsiasi evento – improvviso o prevedibile – che può compromettere la stabilità, la capacità di produrre profitto o la continuità della tua impresa. O tutte e tre.
Ci sono rischi diretti (quelli che impattano subito sul patrimonio o sulle strutture dell’azienda) e rischi indiretti (quelli che si manifestano in modo più sottile, ma altrettanto pericoloso).
Facciamo alcuni esempi.
1.1 Perdita di un “key man”
La maggioranza delle PMI raramente tutela a dovere gli uomini chiave, che spesso sono “nati” nell’azienda e sono stati determinanti per lo sviluppo.
1.2 Catastrofi naturali
Alluvioni e grandinate sono sempre più frequenti, e colpiscono tanto gli impianti e i magazzini come le sedi non produttive. Incendi e terremoti accadono più di di rado, ma vanno considerati.
I danni diretti sono gravi, ma sono quelli indiretti, come il fermo produzione, la perdita di clienti e le penali contrattuali che spesso fanno crollare i conti. Infatti la polizza CAT-NAT contro i rischi catastrofali sarà obbligatoria alla fine del 2025.
1.3 Polizze “zoppe”
Pagare per una copertura assicurativa, spesso non basta. Se i massimali sono vecchi o mal calibrati, il rischio è di mettere mano al portafoglio per ricostruire tutto.
E se l’assicurazione non copre anche il contenuto o non considera anno dopo anno l’incremento del valore effettivo o il fermo produzione, i danni potenziali si moltiplicano.
1.4 Responsabilità civile non coperta
Un danno a terzi – a un dipendente, a un cliente, a un fornitore – può trasformarsi in un risarcimento da centinaia di migliaia di euro. E se la polizza è mal configurata, l’unica soluzione è sborsare dalle casse aziendali, o dell’imprenditore.
La differenza tra subire i rischi e controllarli sta nel metodo con cui li si analizza e si decide di gestirli.
Il punto non è avere una polizza in più, ma capire dove sei davvero scoperto, dove stai buttando soldi, e dove invece puoi generare valore.
Vediamo come.
2. Rischi ben gestiti = decisioni migliori. Meno sorprese = più valore
Avere una visione chiara dei rischi non serve solo a evitare danni. Serve, prima di tutto, a prendere decisioni migliori.
Se conosci i punti deboli della tua azienda – e sai come affrontarli – sei più lucido, più strategico e meno esposto alle reazioni impulsive.
Pensaci: se sai con precisione quanti giorni puoi sostenere un fermo produzione senza compromettere la liquidità, puoi pianificare investimenti, negoziare con le banche, gestire il magazzino con maggiore tranquillità.
In più, mappare i rischi come si fa con i nei “sospetti” ti costringe dare ordine alle tue priorità:
cosa può davvero danneggiare l’azienda?
cosa è solo rumore di fondo?
quali timori sono in gran parte emotivi?
Questa chiarezza ha un “effetto collaterale” molto concreto: aumenta il valore percepito – e valutato – dell’azienda.
Partner, clienti e istituti di credito valutano positivamente un’impresa che conosce i suoi rischi e li gestisce in modo razionale.
È un segnale di solidità, maturità gestionale, affidabilità.
In altre parole, la gestione del rischio è uno strumento di immagine, quasi “di attacco”, non un’azione difensiva.

3. Rischio non significa coperture assicurative
Se la gestione del rischio crea tanto valore, perché poche aziende la applicano davvero?
Semplice: la maggior parte degli imprenditori confonde il rischio con l’assicurazione. Il pensiero comune è che basti stipulare una “polizza X” per mettere tutto a posto.
Invece la protezione parte prima, da un’analisi seria dei punti critici.
E prosegue con scelte strategiche su quali rischi evitare, quali affrontare, e quali trasferire a terzi (come le compagnie assicurative).
Gli errori più frequenti sono:
- delegare tutto al “consulente assicurativo” senza avere un quadro d’insieme;
- accumulare polizze diverse senza sapere se sono aggiornate o coerenti tra loro;
- non aggiornare le coperture quando l’azienda cresce o cambia modello di business;
- sottovalutare i rischi “invisibili” (come la reputazione o la dipendenza da un singolo fornitore);
- ignorare completamente i rischi indiretti: fermo produzione, perdita di clienti, problemi legali.
Il risultato? La sensazione che “va tutto bene”. Sensazione che – quando succede qualcosa – si rivela errata.
L’alternativa? Prendere in mano la situazione, con metodo, dati e con un consulente del rischio che ti aiuta a vedere la tua azienda dal di fuori.
4. Dal rischio come costo, al rischio come leva per la crescita
Affrontare il rischio non è solo un modo per evitare problemi: è una scelta strategica che può diventare un fattore competitivo.
Chi gestisce bene i propri rischi:
- migliora i rapporti con le banche, grazie a indici di affidabilità più solidi;
- ha accesso a premi assicurativi più bassi, perché la compagnia valuta come minori le probabilità di sinistri, e sa comunque che verranno gestiti senza scossoni;
- si presenta sul mercato come partner credibile o acquisizione appetibile, soprattutto nei settori B2B;
- è in grado di affrontare crisi e imprevisti con rapidità, senza bloccare le azioni quotidiane.
Una buona pratica, per esempio, è rivedere ogni anno la propria esposizione ai rischi alla luce dei bilanci, delle evoluzioni del mercato e dei cambiamenti interni (assunzioni, investimenti, nuovi fornitori etc).
Un’altra è formalizzare il processo di analisi dei rischi: non basta parlarne durante una riunione o con il proprio commercialista.
Serve metodo che finisce in un documento, e qualcuno che ponga le domande giuste per arrivarci.
Questo non solo ottimizza le coperture assicurative, ma ti consente di concentrarti sul proprio core business con maggiore serenità.
È proprio qui che nasce il vero valore: una gestione consapevole che trasforma l’incertezza in vantaggio.
5. Casi reali: Quando ignorare i rischi ha un prezzo alto
La teoria fa sembrare tutto semplice.
I casi reali, invece, parlano chiaro.
Prendiamo ad esempio Francesca De Nevio, imprenditrice del settore alimentare.
La sua azienda, con due rami distinti – attrezzature per la ristorazione e produzione alimentare – era cresciuta rapidamente.
Ma le polizze non erano mai state aggiornate: c’erano lacune gravi, coperture parziali e addirittura massimali incoerenti. In caso di alluvione o fermo produzione, avrebbe rischiato tutto.
La situazione si sarebbe aggravata ulteriormente, perché avrebbe bloccato l’azienda investendo la sua famiglia.
Ecco come abbiamo evitato all’imprenditrice il blocco dell’azienda e un mancato risarcimento in caso di danni al sito produttivo.
Stesso discorso per Alberto Orlacchio, imprenditore del settore stampa e allestimenti.
Dopo aver subito un risarcimento parziale per danni da alluvione, si è affidato a un’analisi approfondita.
È emerso che aveva polizze “doppioni”, con massimali non adeguati e che non avrebbero MAI pagato in caso di sinistro.
Con un lavoro meticoloso, ha costruito una protezione solida e coerente con il suo reale profilo di rischio, risparmiando tempo e costi.
Questi due casi hanno una cosa in comune: gli imprenditori pensavano di essere protetti, ma non lo erano.
La differenza l’ha fatta la gestione dei rischi, non una “vendita di polizze”.
È questo che separa le aziende vulnerabili da quelle davvero protette.
6. Diagnosi dei Rischi: Comincia oggi ad aumentare il valore della tua azienda
Tutto quello che hai letto fin qui ha un punto d’inizio molto chiaro: la Diagnosi dei Rischi.
Non è una polizza, non è un’offerta commerciale.
È un documento tecnico, personalizzato, che fotografa la tua esposizione ai rischi reali. E gratuito.
E, detto tra noi, per ottenerlo serve un minimo di disponibilità ad approfondire.
Diagnosi dei Rischi ti serve per capire:
- quali eventi metterebbero davvero in crisi il tuo patrimonio o la tua azienda;
- quali rischi puoi evitare, quali puoi ridurre e quali devi trasferire;
- se le coperture che hai sono adeguate, sovrapposte, inutili o carenti;
- quanta autonomia finanziaria hai in caso di crisi improvvisa.
È come guardare per la prima volta la tua azienda con una lente d’ingrandimento.
Spesso la reazione è la stessa: “Non pensavo di essere scoperto proprio lì”.
Il valore della Diagnosi sta tutto qui: chiarezza.
Quando dai un nome e un cognome ai tuoi rischi, le decisioni diventano più semplici. E più efficaci.
Ecco perché tanti imprenditori che l’hanno ricevuta parlano di
“sollievo”
“sorpresa”
“rabbia” (per non averlo fatto prima)
Ma soprattutto parlano di nuova lucidità.
Se vuoi cominciare, puoi richiederla gratuitamente: nessuno ti proporrà “soluzioni assicurative”.
Prima viene la certezza di quali incognite sono invece reali: il rischio si gestisce con metodo, le polizze vengono dopo.
Vuoi scoprire quanto vale la tua azienda… anche nei momenti difficili?
Richiedi oggi stesso la tua Diagnosi dei Rischi.
È gratuita, personalizzata e ti permette di vedere ciò che oggi ti sfugge.