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Polizza CAT-NAT: Non solo protezione, ma un obbligo per la compliance e la responsabilità degli amministratori

Dicembre 2025: arriva l’obbligo di dotarsi di polizze per danni catastrofali. Ennesimo obbligo per le imprese o risorsa strategica?

La polizza CAT-NAT contro i rischi catastrofali diventa un obbligo che, per una volta, non è solo una scocciatura burocratica.

La Legge di Bilancio 2024 l’ha introdotta per proteggere le aziende da eventi come terremoti, alluvioni e frane, sempre più frequenti.

Abbiamo atteso fino all’ultimo per pubblicare l’articolo, perché l’entrata in vigore è stata rinviata dopo vari balletti e rimbalzi tragicomici a fine 2025. Vale per le PMI, praticamente per tutti. Solo le grandi aziende dovranno ottemperare all’obbligo entro giugno 2025.

La cosa positiva è che dotarsi di polizze in tema può migliorare il tuo rating bancario (comodo quando accedi a prestiti), facilitare lo stesso accesso al credito, oltre a proteggere il tuo patrimonio personale da eventuali responsabilità.

In questo articolo vedremo:

  • chi deve effettivamente sottoscrivere la polizza (e chi invece può farne a meno);

     

  • i vantaggi concreti che porta alla tua azienda, oltre a proteggerti dai danni diretti;

     

  • il legame con gli obblighi di Adeguati Assetti Organizzativi del Codice della Crisi d’Impresa (quelli del 2022, che forse ti sei perso);

     

  • come scegliere la copertura giusta senza pagare più del necessario.

Entriamo nei dettagli. 

1. Polizza CAT-NAT: cosa prevede l’obbligo e chi deve sottoscriverla

Tutte le aziende con sede legale in Italia o con una stabile organizzazione nel Paese che sono iscritte nel registro delle imprese dovranno adeguarsi.

Non importa la dimensione (se non sei una grande azienda).

L’obbligo vale sia per le imprese industriali che per quelle commerciali e del settore servizi.

1.1 Chi non rientra (per adesso) nell’obbligo?

Ci sono alcune categorie che possono “stare tranquille”:

  • le imprese agricole: sono già coperte da un fondo mutualistico nazionale per eventi meteoclimatici estremi;

  • le aziende con beni immobili “fuorilegge”: se gli immobili presentano abusi edilizi o difformità urbanistiche, sei escluso dall’obbligo. Non è esattamente una bella cosa… significa solo che non potrai assicurarli.

1.2 Cosa deve coprire esattamente questa polizza?

Le coperture riguardano specificamente alcuni eventi catastrofali naturali:

  • terremoti
  • alluvioni
  • frane
  • inondazioni
  • esondazioni

E quali beni devi assicurare? Praticamente tutto ciò che costituisce la “parte fisica” della tua azienda:

  • terreni (con copertura in forma di prima perdita)
  • fabbricati
  • impianti e macchinari
  • attrezzature industriali e commerciali

1.3 La scadenza: il tempo per organizzarsi, all’italiana

Come già detto, l’obbligo ha vissuto una serie di rinvii davvero notevoli.

Inizialmente previsto per il 31 marzo 2025, poi spostato al 31 ottobre 2025, è stato ora definitivamente rinviato al 1° gennaio 2025 per tutte le PMI.

Le scadenze sono differenziate, ma il termine ultimo resta per tutti quello di gennaio 2026.

Solo le grandi aziende dovranno mettersi in regola entro giugno 2025.

Se non stessimo parlando di protezione da eventi potenzialmente catastrofici, il “tira e molla” sarebbe stato quasi comico.

Comunque sia, hai più tempo per organizzarti!

1.4 Quanto costerà una polizza CAT-NAT?

Non c’è una risposta standard, perché il costo della polizza dipenderà da diversi fattori:

  • la zona geografica in cui operi (le aree a maggior rischio sismico o idrogeologico avranno premi più alti);
  • il valore degli immobili e delle attrezzature da assicurare;
  • i massimali che sceglierai;
  • la franchigia che sei disposto ad accettare, che non potrà essere superiore al 15% del danno.

Un consiglio? Non affidarti al primo preventivo che trovi.

Meglio fare un po’ di comparazioni, ma non prima di aver valutato bene quali sono i rischi reali a cui è esposta la tua azienda.

Ne sa qualcosa chi aveva sottovalutato i rischi prima dell’alluvione in Emilia Romagna nel 2023, con danni per oltre 8,8 miliardi di euro.

1.5 E se decidi di chiudere un occhio?

Dal nostro punto di vista non sottoscrivere una protezione quando sarà obbligatoria non è un’opzione intelligente.

Non solo per la scopertura in tempi di cambiamenti climatici, ma anche perché:

  1. rischierai sanzioni amministrative, non ancora definite nei dettagli;

  2. potresti incorrere in responsabilità personale come amministratore;

  3. le banche potrebbero negarti finanziamenti o peggiorare le tue condizioni di credito.

Insomma, il gioco non vale la candela.

2. Perché è importante: non solo protezione dai danni

Il nostro Bel Paese non è esattamente il posto più sicuro del mondo.

Siamo seduti su una specie di “parco divertimenti geologico” che ogni tanto ci ricorda la situazione.

Pensa a questo:

  • il 93,9% dei comuni italiani è considerato a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera;

  • il 40% del territorio nazionale è in zona sismica 1 o 2 (le più pericolose);

  • negli ultimi 10 anni abbiamo avuto oltre 14 eventi catastrofali significativi, con danni per decine di miliardi.

Insomma, questi dati “non riguardano gli altri”, dai un’occhiata ai dati del tuo comune.

Potresti scoprire che la tua azienda si trova in una zona più a rischio di quanto pensi. 

2.1 Il cambiamento climatico ha cambiato le regole del gioco

I dati parlano chiaro: negli ultimi anni gli eventi estremi sono aumentati in frequenza e intensità.

Lo dicono gli scienziati, la cronaca, e purtroppo anche i bilanci delle aziende colpite.

Solo nell’alluvione dell’Emilia Romagna del 2023, oltre 14.000 aziende hanno subito danni diretti. Di queste, erano assicurate in modo adeguato meno del 5%.

Il resto ha dovuto fare affidamento su aiuti statali o mettere mano al portafoglio. O peggio. 

2.2 Il vero danno non è quello che vedi

Quello che molti imprenditori sottovalutano è che il danno diretto (tipo, l’acqua che entra nel capannone e rovina muri e macchinari) è solo la punta dell’iceberg.

I danni indiretti possono avere un impatto ben maggiore:

  • interruzione dell’attività: anche solo un mese di stop può significare perdite enormi;

  • perdita di clienti che nel frattempo cercano loro malgrado altri fornitori;

  • danni reputazionali se la situazione non si normalizza velocemente, al netto della solidarietà;

  • stress finanziario: dovrai comunque pagare stipendi, fornitori e tasse.

In pratica, un evento catastrofico può innescare un effetto domino.

2.3 Il paradosso dell’ottimismo imprenditoriale

C’è una cosa che accomuna molti imprenditori di successo: l’ottimismo.

È una qualità fondamentale di chi fa impresa, ma non quando si parla di gestione del rischio.

 

“A me non succederà” spesso viene seguito da “Non pensavo potesse succedere a me”.

 

La polizza CAT-NAT non è solo uno strumento per coprire eventuali danni materiali, ma un modo per proteggere tutto ciò che hai costruito con anni di lavoro, sacrifici e dedizione.

3. Compliance e Credit Score: come la polizza CAT-NAT influenza il rating bancario

Molto più frequente di un terremoto è il tuo rapporto con le banche.

Tra i fattori che valuteranno sempre più spesso c’è anche come gestisci i rischi aziendali, inclusi quelli catastrofali.

3.1 Come le banche valutano la gestione del rischio

Le banche vogliono essere ragionevolmente sicure che tu possa restituire quello che ti prestano, con tutti gli interessi.

Per questo motivo, il tuo “credit score” o rating bancario è fondamentale.

Dal punto di vista bancario, un’azienda con polizze CAT-NAT, è un’azienda che:

  1. ha una visione a lungo termine;

  2. è gestita in modo professionale e responsabile;

  3. ha meno probabilità di fallire a causa di eventi imprevisti.

Questo si traduce in vantaggi concreti:

Maggiore facilità di accesso al credito: la banca sarà più propensa a concederti prestiti.

Valutazioni più favorevoli nei rating ESG: sempre più importanti per le relazioni bancarie.

Minori garanzie richieste: in alcuni casi, le banche potrebbero richiedere meno garanzie personali.

Diversi istituti di credito hanno già iniziato a inserire la presenza di coperture assicurative contro rischi catastrofali tra i parametri di valutazione dei clienti.

E con l’entrata in vigore dell’obbligo, questo aspetto diventerà ancora più rilevante.

3.2 Quando la polizza diventa un requisito obbligatorio

In alcuni casi specifici, le banche non si limitano a “preferire” i clienti assicurati, ma rendono la polizza un requisito obbligatorio:

  • se hai un mutuo ipotecario su immobili aziendali;
  • se hai leasing su macchinari o impianti di valore;
  • se richiedi finanziamenti a medio-lungo termine;
  • se accedi a linee di credito garantite da immobili.

Se invece sei già in regola con un obbligo di legge, le cose cambiano.

Come dicevano i latini, utile dulci miscere: mescolare l’utile al dilettevole.

Ora parliamo di come la polizza “CAT-NAT” può aiutare a proteggere il patrimonio personale dell’imprenditore dalle responsabilità che derivano dal tuo ruolo di amministratore.

4. Rischi per gli amministratori: responsabilità personale e patrimoniale

Se sei amministratore di una società, dal 2022 le tue responsabilità si sono notevolmente ampliate.

4.1 Il Codice della Crisi d’Impresa: non si scappa

La parte più rilevante del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019, modificato dal D.Lgs. 83/2022) è: 

“L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale”

In poche parole: sei obbligato a dotare la tua azienda di strutture organizzative adeguate a prevenire e rilevare tempestivamente situazioni di crisi.

È chiaro che una polizza CAT-NAT È un “adeguato assetto” per antonomasia.

4.2 I precedenti nella giurisprudenza

Ci sono già stati numerosi casi in cui amministratori di aziende sono stati ritenuti personalmente responsabili per non aver adottato adeguate misure di protezione dai rischi.

Ad esempio, la Corte di Cassazione ha stabilito che:

“L’amministratore è tenuto ad adottare le misure necessarie a preservare l’integrità del patrimonio sociale, incluse adeguate coperture assicurative contro rischi prevedibili* (Cass. Civ. n. 24275/2020)

*Possiamo dire senza smentite che oramai gli eventi meteo estremi sono più che prevedibili.

Ecco, con l’introduzione dell’obbligo di polizza CAT-NAT, questa responsabilità dei CEO diventa ancora più esplicita e difficile da contestare.

4.3 Come la polizza CAT-NAT ti protegge personalmente

Sottoscrivere una polizza CAT-NAT adeguata, quindi, non è solo un modo per proteggere l’azienda.

Ma:

  • dimostra la tua diligenza come amministratore;
  • riduce il rischio di azioni di responsabilità;
  • protegge il tuo patrimonio personale;
  • garantisce la continuità aziendale anche in caso di eventi catastrofici.

È un po’ come quando allacci la cintura di sicurezza in auto: speri di non averne mai bisogno, ma se succede qualcosa, sei contento di averla messa.

5. Come prepararsi all’obbligo: pianificare la protezione adeguata

Arrivati a questo punto, spero ti sia convinto che la polizza CAT-NAT non è solo un obbligo da rispettare controvoglia, ma un’opportunità per proteggere la tua azienda, migliorare il tuo rating bancario e mettere al sicuro il tuo patrimonio personale.

Ma come si fa a scegliere la “polizza giusta”?

5.1 Valuta i rischi specifici della tua azienda

Prima di tutto, è fondamentale capire a quali rischi specifici è esposta la tua azienda. Questo dipende da diversi fattori:

  • localizzazione: le mappe di rischio sismico e idrogeologico dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ti possono dare un’idea precisa dei rischi nella tua zona;

  • tipo di attività: alcune attività sono più vulnerabili di altre, pensa a un’azienda agricola rispetto a un’azienda di servizi digitali;

  • struttura delle sedi: l’età degli edifici, i materiali di costruzione, la presenza di sistemi anti-sismici influenzano il livello di rischio.

In poche parole, il professionista che ti segue non può limitarsi a una valutazione superficiale.

5.2 Calcola il valore reale dei beni da assicurare

Uno degli errori più comuni è sottostimare (o sovrastimare) il valore dei beni da assicurare. Ricorda che la polizza deve coprire:

  • Terreni (con copertura a “primo rischio assoluto”) 
  • Fabbricati
  • Impianti e macchinari
  • Attrezzature industriali e commerciali

Per i fabbricati, considera il valore di ricostruzione a nuovo, non il valore di mercato. Per macchinari e attrezzature, valuta il costo di sostituzione.

Se hai dubbi, fai fare una perizia professionale: meglio spendere qualche centinaio di euro per una valutazione accurata piuttosto che rischiare di essere sotto assicurato in caso di sinistro.

5.3 Definisci i massimali adeguati

I massimali dovrebbero essere calibrati sul valore effettivo dei beni e sul rischio specifico della tua azienda.

Alcuni suggerimenti:

  • fabbricati: il massimale dovrebbe essere almeno pari al costo di ricostruzione completa;

  • macchinari: considera anche i tempi di consegna: potrebbero essere necessari mesi per sostituire attrezzature specializzate;

  • danni indiretti: calcolare sempre l’interruzione dell’attività, la perdita di clienti, ecc.

Un metodo pratico?

Ipotizza il worst-case scenario e usalo come riferimento.

5.4 Confronta i professionisti del rischio, non le “offerte”

Non “chiedere preventivi”.

Non guardare solo al prezzo del premio. Chiedi al tuo consulente di parlare con te di:

  • franchigie e scoperti: fanno una grande differenza in caso di sinistro;

  • esclusioni: alcune “polizze inutili” potrebbero escludere determinati eventi o limitare la copertura in certe circostanze;

  • liquidazione: quanto tempo ci vorrà per ricevere il risarcimento? Con quali procedure?

Un consulente sulla gestione dei rischi assicurativo dovrebbe essere in grado di spiegarti tutto in modo trasparente.

Tutto ciò, partendo dalla tua situazione, non dalle polizze che deve vendere per raggiungere i premi della mandante.

Un consulente per la gestione dei rischi è meglio di un “venditore di polizze”

La scelta della polizza CAT-NAT non è banale, affidati a un consulente assicurativo specializzato in rischi aziendali, che possa:

  • analizzare in dettaglio la tua situazione specifica;

  • valutare i rischi reali a cui sei esposto;

  • proporti soluzioni personalizzate. 

L’investimento di tempo è minimo rispetto ai potenziali benefici in termini di protezione e risparmio sui premi.

Ricorda: la polizza CAT-NAT non è solo una questione di compliance legislativa, ma un tassello fondamentale della tua strategia di gestione del rischio aziendale e di protezione del tuo patrimonio personale.

6. In breve: come mettere la Corazza al patrimonio aziendale

Spero che ora tu abbia una visione più chiara di cosa comporta l’obbligo Cat-NAT e, soprattutto, dei vantaggi che può portare alla tua azienda e a te personalmente.

Ricapitoliamo i punti chiave:

  1. l’obbligo è reale, anche se la scadenza è stata posticipata: Le grandi aziende dovranno adeguarsi entro giugno 2025, mentre tutte le PMI hanno tempo fino a fine 2025.

    I rischi, invece, non sono stati rinviati.

     

  2. non è solo un adempimento burocratico: la polizza CAT-NAT offre una protezione contro eventi che, purtroppo, oggi in un paese come l’Italia sono tutt’altro che improbabili;

     

  3. migliora il tuo credit score bancario: le banche guardano con favore alle aziende che gestiscono adeguatamente i rischi, e questo può tradursi in accesso al credito più facile e condizioni più vantaggiose;

     

  4. protegge il tuo patrimonio personale: da amministratore, sei personalmente responsabile se non adotti misure adeguate per proteggere l’azienda;

     

  5. richiede una valutazione attenta: la scelta delle coperture deve basarsi sui rischi specifici della tua azienda e sul valore reale dei beni da assicurare.

     

La polizza CAT-NAT non elimina i rischi (nulla può farlo) ma ti dà gli strumenti per affrontarli e superarli.


Il prossimo passo: metti la corazza al tuo patrimonio

È qui che entriamo in gioco.

Imprenditore Corazzato fa solo consulenza personalizzata, possiamo aiutarti a:

  • analizzare nel dettaglio i rischi specifici della tua azienda

     

  • valutare adeguatamente il valore dei beni da assicurare

     

  • identificare le coperture più adatte alle tue esigenze

     

  • integrare la polizza CAT-NAT in una strategia complessiva di protezione.

Lo facciamo partendo da un’analisi scientifica, la Diagnosi dei Rischi.

Un documento di oltre 20 pagine che ti offre una panoramica completa della tua situazione e ti suggerisce le soluzioni più efficaci.

Richiedi subito la tua Diagnosi dei Rischi personalizzata con il metodo Imprenditore Corazzato e scopri come mettere al sicuro il tuo patrimonio aziendale e personale.

A presto,

Michael Vendemini
Imprenditore Corazzato

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